COVID19: UNA RIFLESSIONE
E' da parecchio tempo che non tocco l'argomento "pandemia", soprattutto dopo le immense boiate rigurgitate e condivise dai no vaxx, no mask e dai negazionisti. Oggi mi è capitato di orecchiare parte di un'intervista condotta da Lilli Gruber, la quale ha presentato ospite della trasmissione Fabio Volo. Fabio, giustamente, faceva riflettere come questa situazione attuale dovrebbe metterci faccia a faccia con una realtà di dimensioni e gravità enormi: che cosa, noi esseri umani, stiamo causando al pianeta? Come stiamo influenzando la flora e le specie animali rimaste su questa Terra? Perché siamo egoisti al punto di non domandarci nemmeno più per quale motivo gli incendi boschivi e lo scioglimento dei ghiacci avvengano sempre più frequentemente e sempre più rapidamente? Stiamo realmente diventando tutti cretini alla Donald Trump il quale crede che gli incendi boschivi siano causati da tronchi di albero caduti al suolo che con il passare del tempo "esplodono"!? Non ho potuto fare a meno di notare, sin dall'inizio di questa crisi sanitaria mondiale, come la gente fosse impegnata a scovare quale miliardario stesse giocando a Monopoly con la popolazione mondiale o a cercare lo YouTuber che avesse "i dati medici e i consigli più affidabili", anziché guardare in faccia alla realtà. La realtà è che stiamo sovrappopolando il pianeta, inquiniamo come bastardi e che, dopo aver derubato gli indigeni delle loro terre, stiamo depredando gli animali dei loro habitat naturali causando danni irreparabili. Scommetto che la maggioranza delle persone non sappia nemmeno spiegare quale sia l'importanza delle api nel nostro ecosistema. La maggior parte delle persone è troppo impegnata ad "essere social", il prossimo "guru di YouTube" o la prossima "modella Insta". Solamente leggere quali siano gli argomenti di tendenza su Twitter mi da i brividi. Siamo troppo materialisti, e siamo diventati, a dir poco, un branco di zucche vuote ed egoisti del cazzo. Se la gente fosse più umile e genuina, forse questo mondo non sarebbe poi così tanto male. Vorrei concludere questo blog con una canzone scritta (e reinventata a supporto dell'UNICEF durante la pandemia) da uno dei predicatori d'amore più autorevoli che questo globo abbia mai accolto: Bob Marley. Grazie per leggere i miei pensieri. Martina.
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