GEORGE FLOYD: GIUSTIZIA E' STATA REALMENTE FATTA?
Il giorno 21 aprile 2021, l'ormai ex poliziotto della città di Minneapolis Derek Chauvin è stato condannato per l'omicidio di George Floyd. La giornata del 25 maggio 2020 entrò nella storia americana non tanto per il fatto che un afro-americano fosse deceduto per mano di un agente di polizia caucasico, cosa ormai purtroppo fin troppo usuale nella "terra degli uomini liberi", ma per la brutalità con la quale la vicenda si svolse: George Floyd lascia questo mondo per soffocamento provocatogli dalla pressione del ginocchio di Chauvin contro il suo collo per nove lunghissimi ed estenuanti minuti. L'aver collaborato con gli agenti dopo essere stato fermato all'uscita di un negozietto e la disperazione nelle sue ultime parole "non posso respirare" non sono state sufficienti a smuovere quelle teste di cazzo che lo hanno così inumanamente giustiziato. Tanti erano i passanti intenti a riprendere la sua esecuzione, e nessuno di loro ha pensato che insieme avrebbero potuto salvare Floyd dal suo destino se si fossero uniti contro i soli quattro poliziotti presenti sul posto o se avessero tempestivamente chiamato il 911 per denunciare l'accaduto. Il caso destò scalpore e manifestazioni di strada contro il regime razzista e, fin troppo, autoritario delle forze armate americane. Secondo il mio modesto parere, Chauvin meritava di essere immediatamente giustiziato e condannato a seguito dell'esito dell'autopsia di Floyd, che chiaramente citava "asfissia" come causa della sua morte. Perché si è dovuto aspettare quasi un anno sospesi tra le cospirazioni ridicole contro Floyd per salvare il culo a un poliziotto con precedenti penali e chiaramente sostenitore di quella mentalità sulla quale si è rafforzata e ancora si rispecchia la società americana, il "white American privilege" (privilegio dell'uomo bianco americano)? Mi sono, quasi, convinta che la colpevolezza contro Chauvin sia stata appioppatagli per placare le rivolte già in corso e per scongiurare la possibilità di manifestazioni future di maggiore portata. Condannare un uomo bianco non potrà mai essere sufficiente ad estirpare tutti i cavilli sociali e giuridici che mantengono i bianchi in una posizione economica e sociale di gran lunga superiore rispetto a quella degli afro-americani. Il capitalismo e la privatizzazione di scuole e sanità non fanno che rafforzare le disuguaglianze di un popolo che si è modellato dalla colonizzazione e dallo schiavismo. Il fatto che la maggior parte dei caucasici americani "temono", senza reale cognizione di causa, strutture sociali più volte al socialismo e al comunismo fa riflettere. Rifacendosi ad un blog da me postato qualche giorno fa, l'America è un ottimo esempio di "micro povertà"; i più abbienti garantisco il minimo per sopravvivere alle popolazioni più disagiate in cambio di alcuni diritti: vuoi andare all'università? Ricorda che l'iscrizione ad una scuola "decente" ti ridurrà a pagare debiti per il resto della tua vita. Necessiti cure? Ricorda che gli ospedali avranno meno riguardi nei tuoi confronti e sarai destinato a strutture più fatiscenti se non puoi permetterti un piano assicurativo "accettabile". Ai miei fratelli delle comunità afro, latine e native americane vorrei solo dire che la lotta non è ancora terminata, e che questa piccola condanna equivale ad una goccia nell'oceano: giustizia non è ancora stata fatta! Grazie, Martina.
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