PSICOLOGIA: RELIGIONE E ATEISMO

 PSICOLOGIA: RELIGIONE E ATEISMO



Buongiorno carissimi! Oggi vorrei focalizzarmi su di una domanda letta su Quora e scritta da un utente in cerca, ovviamente, di risposte ad uno dei dilemmi più grandi dell'umanità: la religione. Il quesito recita "Essere ateo, per noi che nasciamo cristiani di default, é un percorso difficile che richiede tempo?". Innanzitutto, vorrei precisare che nessuno nasce cristiano. La religione non è geneticamente trasmissibile, ma tramandata attraverso tutto quello che definisco agglomerato degli usi e costumi della società in cui viviamo. Definirei la nascita, più che il credo religioso, una condizione di default, nel senso che è quasi come se i neonati cominciassero a disegnare il loro essere partendo da un foglio bianco; certo, alcune caratteristiche e inclinazioni sono apprese per via dell'istinto naturale e delle predisposizioni genetiche individuali, mentre molte altre vengono assimilate dal contesto familiare, dalla cerchia degli amici, dalla scuola e dalla società regolata da leggi, usi e costumi. Per quanto concerne la durata e la difficoltà legati alla conversione da cristianesimo ad ateismo, il tutto dipende dalle ragioni morali che ci spingono ad intraprendere tale strada. Per esperienza personale il passaggio è stato semplice e di brevissima durata per due semplici motivi: il primo è legato agli studi da me svolti sulla storia dell'umanità e delle religioni sin dai tempi delle prime civiltà, e il secondo è molto più inerente al mio stile di vita e al significato da me attribuito alla parola religione. Essendo una persona molto spiccia e brutale nella mia sincerità, ho sempre ritenuto di non potermi fidare di una religione che fonda tutto il suo credo su mezze verità. Da che mondo è mondo, è risaputo che le iconografie cristiane sono state monopolizzate dai membri dell'alta aristocrazia Occidentale del tempo, e che molti di loro chiedevano esplicitamente di essere ritratti come il Cristo o la Madonna dai pittori più in voga dell'epoca. Una basilare conoscenza della nozioni più elementari di storia discrediterebbe le fattezze tipicamente Occidentali di Gesù, il quale è risaputo essere nato e cresciuto nell'odierno Medio Oriente. Una lettura della Bibbia e dei Vangeli porterebbe, inoltre, a galla tutte quelle discrepanze che screditano le narrazioni dei diversi apostoli. Vorrei anche aggiungere che è molto questionabile la decisione della Chiesa di ufficializzare solamente alcuni testi, modificandoli a proprio piacimento, lasciandone altri nell'oscurità lontana dai fedeli. Vi sono prove inconfutabili dell'esistenza del Nazareno, ma vi sono anche prove che i racconti legati alla sua vita siano stati pompati dai suoi seguaci e che, al tempo in cui visse il Cristo, le narrazioni venivano tramandate oralmente. Le prime testimonianze scritte di tali episodi avvennero molti anni dopo la morte di Cristo e, per di più, per mano di ignoti. Come giustifica la Chiesa questa mancanza di inconfutabilità? Predicando la forza della fede. Ritengo che la fede sia più una suggestione di massa e un condizionamento psicologico, che una reale condizione di veridicità. Gli esseri umani sono pieni di limiti e, come hanno fatto sin dalla nascita delle civiltà, cercano di colmare questi vuoti attraverso l'esistenza del divino in grado di provvedere ove l'umano non può. Ovviamente non crediamo più nel dio Poseidone incazzato con gli uomini che scatena un uragano poiché ormai abbiamo acquisto le tecnologie necessarie per spiegare i fenomeni atmosferici e le catastrofi naturali, ma ci sono ancora alcuni aspetti della vita terrena ai quali vogliamo affibbiare una sorta di misticità. Credo che sia molto più semplice separarsi dalla dipendenza da Dio nel momento in cui si giunge alla consapevolezza del fatto che questa nostra esistenza sia monopolizzata dagli esseri umani, dalle nostre inclinazioni, dalle nostre buone o cattive intenzioni e dalle conseguenze dei nostri gesti e, ahimè a volte, delle decisioni altrui. Con questo post non voglio assolutamente convertire i credenti, ma semplicemente condividere il mio percorso e la mia esperienza personali essendo anche io cresciuta in una famiglia e società che sono da tempo modellati sul Cattolicesimo. Ringrazio per la lettura e vi auguro una buona giornata. Martina.

Commenti