STORIE DI MARY JANE: IN UMORE NOSTALGICO

STORIE DI MARY JANE: IN UMORE NOSTALGICO




Chiudo gli occhi, respiro; le tue dita sfiorano la mia pelle scatenando una scossa dalla magnitudo violenta ed elettrificante. Il cuore batte sprofondando in un abisso quasi infernale, un abisso dal quale è difficile vedere via d'uscita. Se i miei occhi avessero una voce griderebbero "Stringimi! Non lasciare che questo corpo diventi vittima di altre mani!". La tua presenza è così possente da arrivare a soffocarmi. Sarebbe inutile fuggire, sarebbe inutile implorare me stessa di voltare le spalle e scappare lontano. Ma quel giorno arriva sempre dopotutto, il giorno in cui mi accorgo di essere stata vittima di mera follia e di aver creduto di essere amata e desiderata. L'estasi della passione e del genuino amore si spegne sotto le gocce della pioggia gelida che segue la delusione. La realtà scava lentamente la fossa ove seppellirò la mia autostima e tutto ciò che fu il bagaglio delle mie emozioni. Nella penombra siedo avvilita in solitudine fumando un po' d'erba. Fisso il mondo e tutto si trasforma in una distesa vuota, biancastra e infinita. Ho abusato del mio nome e della mia esistenza fino a dimenticarli. Inconsciamente qualcosa sovviene alla memoria, e sento un rivolo di lacrime solcarmi il volto. Ancora una volta chiudo gli occhi, respiro e concludo il mio supplizio mentale sulle dolci note del pianoforte di Duke Ellington che, pacifiche e malinconiche, mi cullano e accarezzano. 

Martina. 

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