STORIE DI MARY JANE: BUON COMPLEANNO

STORIE DI MARY JANE: BUON COMPLEANNO



Il 1946 fu un anno di grandi cambiamenti in tutto il mondo ma, soprattutto, fu l'anno in cui nacque mio padre. Papà, per diciotto anni ho avuto occasione di averti fisicamente accanto l'11 luglio, giorno del tuo compleanno, e per diciotto anni non sono mai riuscita a celebrare la tua vita nella maniera che meritavi. Me ne rammarico profondamente. Non ricordo di averti scritto un biglietto o una lettera degni di essere conservati nel cuore, e non ricordo di averti sorpreso con un regalo pensato per stupirti. Se c'è una cosa che adoro dei compleanni, è sbalordire le persone che amo donando loro qualcosa che sono certa li rende felici; più interessi hanno, più facile sarà la ricerca del presente perfetto. Nel tuo caso, papà, avrei potuto sbizzarrirmi per una vita intera tanti erano i tuoi interessi che variavano dalla musica alle arti, alla storia, alle scienze, alla geografia, alla politica e alla lettura. Avrei tanto voluto averti accanto ora che i miei gusti letterari sono più maturi, per poter consigliarci libri da leggere a vicenda e scambiarceli di tanto in tanto. Non vorrei nemmeno trovarmi nella situazione di poter solamente scrivere ciò che provo per te, dopo aver perso anni della mia vita temendo la tua severità; non avrei dovuto aspettare a dirti "ti voglio bene" mentre giacevi su quello che sarebbe diventato il tuo letto di morte; non avrei dovuto lasciarti andare con un misero biglietto colmo di dolore e di amarezza, che il giorno del tuo funerale ho gelosamente nascosto nel taschino della tua giacca. Non ho mai imparato ad amarti a dovere, non ho mai imparato ad aprire il mio cuore al tuo. Gli anni passano, e posso solo immaginare quali emozioni potrebbero suscitare in me i tuoi occhi colmi di consapevolezza di essere stimato. Mi rendo conto di aver commesso molti più errori di quanti avrei dovuto commetterne, e che il tuo tenermi alla larga da certe persone e situazioni era solamente al fine di evitarmi sofferenze e pericoli. Anche tu hai sbagliato, non voglio indorare la pillola solamente perchè non ci sei più. Il nostro errore è stato quello di pulire la nostra conoscenza in solitudine e in silenzio, anzichè sederci l’uno di fronte all’altra per chiarire quanto andava sistemato. Scrivere e ricordare di te fuoriesce dalla mia mente e dalle mie dita inconsapevolmente come un fluido vitale, quasi come fossi intenta a comporre una canzone. Non credo nell’inferno e nel paradiso, non credo neppure in una seconda vita o al ricongiungimento con i cari dopo la morte. Tutto ciò che desidero è che queste parole, i miei pensieri e sentimenti che conservo per te, si disperdano nel cielo come petali trasportati dolcemente dal vento il giorno che morirò; quel cielo che tanto amavi sorvolare a bordo di un aereo o anche solo di un piccolo aliante. Il cielo, dimora di pace ed eterna gioia. Tanti auguri, papà! Ti voglio bene. Martina. 


Commenti