TIPE TOSTE: HAZEL SCOTT

TIPE TOSTE: HAZEL SCOTT



La donna della quale vorrei parlare oggi ci catapulta nell’anno 1920, anno in cui il mondo stava lentamente guarendo da un conflitto mondiale mentre gli Stati Uniti erano ancora dilaniati da massacri e proteste a fondo razziale causate dal suprematismo bianco. A Trinidad nasce Hazel Scott, figlia di R. Thomas Scott e Alma Long Scott. La madre, pianista accademica e sassofonista autodidatta, sarà la maggiore ispirazione di Hazel, che già all’età di tre anni suona perfettamente il piano grazie al suo talentuoso orecchio per la musica. Dopo il divorzio dei genitori si trasferisce ad Harlem con la madre, e viene ammessa alla prestigiosa Julliard School of Music all’età di soli otto anni (è importante sottolineare che l’accademia accettava solamente ragazzi che avessero almeno sedici anni d’età). Già durante l’adolescenza, tra gli anni Trenta e Quaranta, Hazel riesce a vincere un concorso, creare e condurre il suo show radiofonico, suonare in locali notturni nonché al Roseland Ballroom, Carnegie Hall e a Broadway. Il suo prestigio viene esteso, oltre che alla musica classica, anche al jazz, blues e boogie-woogie. La prima grande svolta di Scott è il suo debutto al Café Society, il primo night club di New York che, ai tempi, offriva intrattenimento a un pubblico di qualsiasi background etnico e razziale. Hazel Scott diviene una delle prime donne di colore a irrompere nella scena di
Hollywood in ruoli che non fossero secondari. Scott rifiuta severamente qualsiasi ruolo che dipinge lo stereotipo dell’Afroamericano come governante o servitore di famiglie bianche, o che la relegassero nell’ombra. Si batte inoltre per vincere le ingiustizie del mondo della filmografia che, oltre a denigrare i neri affibbiandogli ruoli secondari, compensa gli attori bianchi molto più di quelli di colore. Hazel è inoltre una delle prime intrattenitrici di colore a rifiutare di suonare per un pubblico di sole persone bianche, o soggetto a segregazioni (ovvero che prevede che bianchi e neri non siedano gli uni vicino agli altri). Ad Austin, Texas, Scott viene allontanata dal locale dove si sarebbe dovuta esibire, dopo aver scoperto che i proprietari non consentivano ai neri di sedere accanto ai bianchi. Ella stessa sostiene “perché qualcuno dovrebbe venire ad ascoltare me, una negra, e rifiutare di sedere vicino a una persona come me?”. Hazel è la prima donna di colore ad avere un proprio show televisivo nel clima discriminatorio degli Stati Uniti, ed è la sua personalità a fare del suo programma un vero successo. Le puntate si colorano di interviste a personaggi celebri e performances al piano, che lasciano il pubblico in visibilio. Scott è una grande attivista anche nella vita di tutti i giorni, e non manca mai di battersi contro le ingiustizie sociali. Muove una causa legale verso i proprietari di Pasco, ristorante di Washington, dopo che una cameriera rifiuta di servire lei e la sua ospite perché di colore. Negli anni Cinquanta, con l’avvento del senatore Joseph McCarthy e la sua oppressione e avversione verso i sostenitori del partito comunista, molti nomi dello spettacolo vengono diffamati e ricoperti di accuse fasulle; Scott diventa un bersaglio a sua volta. Il Café Society, locale al quale il suo nome è saldamente associato, viene etichettato come ritrovo di comunisti. Scott decide di intervenire e di testimoniare di fronte al comitato House Un-American Activities, chiedendo che le false calunnie e gli scandali nei confronti degli artisti e delle persone dello spettacolo cessassero, e negando qualsiasi attività legata al partito comunista. Il governo continua a vedere Scott come una minaccia e, per tutta risposta, cancella definitivamente il suo show. Verso la fine degli anni Cinquanta, Hazel Scott si trasferisce a Parigi dove apre il proprio appartamento a jazz sessions e a ritrovi ai quali partecipano volti noti dello spettacolo e della musica, come James Baldwin e Duke Ellington. Nel 1963, Scott partecipa alla marcia parigina in supporto alla famosa marcia su Washington durante la quale Martin Luther King presenta il suo celebre e commovente discorso “I Have a Dream”. Nel 1967 Scott fa ritorno negli Stati Uniti, dove muore di cancro nel 1981. 

Oggi ricordo con immenso onore questa donna così virtuosa, talentuosa e progressista, una donna che ha dedicato la propria vita all’arte, alla musica e alla lotta contro il razzismo e le distinzioni sociali. C’è ancora una cosa che non ho detto in merito a Hazel Scott e che merita di essere menzionata: suonava eccellentemente e con impavida maestria due pianoforti in contemporanea! Con il ritratto di Hazel vi saluto e vi aspetto presto con la storia di un’altra “tipa tosta”! Martina.








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